Le dichiarazioni di Stefano Vitali sulle infiltrazioni mafiose in riviera
“Si accumulano i fatti e i segnali investigativi che accrescono il quadro di preoccupazione circa la penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico riminese. Le ultime notizie relative all’operazione ‘Vulcano’ gettano una luce inquietante su quella che si configura come una vera e propria ‘dorsale adriatica e padana’ del malaffare che cerca nuove prospettive alla sua attività incamerando e gestendo con metodi spaventosi esercizi imprenditoriali e commerciali. Questo ritorno a dinamiche che già la Riviera aveva vissuto negli anni Settanta e Ottanta impone una presa di coscienza sincera da parte dell’intero corpo socio economico locale. Presa di coscienza collettiva non significa allarmismo ma allarme sì. Ogni slittamento verso pratiche anche quotidiane ‘fuori dalla legge’ o ‘illegali’, magari ‘giustificate’ dalla difficoltà dovute alla crisi economica e dalla conseguente difficoltà del credito, rischiano di ingrossare il terreno in cui si insinua la pianta- purtroppo già robusta- della criminalità organizzata. Alla componente investigativa si deve affiancare quella di presa in carico da parte del territorio, utilizzando strumenti ordinari e, se è il caso, inediti per monitorare l’incidenza e asciugare la pozza d’acqua delle occasioni che possono alimentare la criminalità. In tal senso la trasparenza degli appalti, il contrasto al lavoro irregolare, la lotta all’usura si devono accompagnare alla necessità di garantire un forte dialogo tra sistema creditizio e imprese in difficoltà e di tutelare i diritti e l’integrazione attraverso politiche di welfare concrete. La criminalità si batte anche attraverso servizi sociali efficienti e reti di protezione delle piccole e medie imprese, messe di fronte alla crisi. La Provincia di Rimini, pochi giorni fa, ha istituito per la prima volta una ‘cabina di regia’, assieme all’associazione ‘VedoSentoParlo’ di Rimini, che attivi le azioni e le iniziative più efficaci sul tema del contrasto alla criminalità organizzata e della promozione della cultura della legalità nell’area riminese. E’ un primo passo, benché inedito, che ha bisogno di crescere con la convinzione della sua validità da parte di tutti i soggetti, istituzionali e non, che compongono il tessuto socio economico riminese. Abbiamo bisogno di momenti e luoghi di discussione su quello che è a tutti gli effetti un problema grave. Non abbiamo bisogno invece del silenzio, più o meno consolatorio.”
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