L’aeroporto di Rimini Miramare nella bufera non solo meteorologica. Ieri pomeriggio il presidente di Aeradria, Gabriele Morelli, ha presentato le dimissioni. Non sarebbero irrevocabili, almeno questa è la sensazione degli addetti ai lavori dello scalo riminese, ma tutto è rimandato al Consiglio di Amministrazione che per ora tace. Dimissioni che arrivano dopo giorni di attacchi, prese di posizione, discussioni, riunioni politiche compresa l’ultima della Direzione dei DS che martedi ha bocciato il progetto con 49 voti a 1 e di fatto isolato il presidente della Provicia Nando Fabbri. Quasi unanime quindi il no all’accordo tra Aeradria e le compagnie aeree americane, per fare del Fellini, una base logistica per il transito dei marines diretti in Iraq. Secondo l’accordo lo scalo sarebbe stato tecnico per dare ai militari, non armati, la possibilità di riposare, consumare un pasto, fare shopping in aeroporto senza il permesso di uscire dallo scalo. Le armi avrebbero viaggiato a parte, blindate in altri aerei. Idea bocciata dai Comuni di Rimini e Riccioni. Risposta negativa anche dalla Prefettura di Rimini che ha chiarito: il Governo non ha imposto nulla, la Prefettura è venuta a conoscenza della vicenda solo al termine delle trattative aperte da Aeradria con il vettore straniero. No della Cgil riminese, di Rifondazione Comunista di Misano, del Segretario Provinicale dei Comunisti Italiani. Favorevoli solo gli industriali che hanno parlato di un’opportunità economica e un dovere per lo scalo rimiese e l’associazione albergatori che annuncia un libro bianco sulla mala gestione di Aeradria.
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