Diritti civili, Paolo Rondelli torna in campo con la testimonianza al Forum LGBT in business

Paolo Rondelli, da sempre impegnato nelle battaglie in difesa dei diritti, dopo il semestre reggenziale torna in prima linea. E lo fa parlando al forum LGBT in business, organizzato in Germania da Boston Consulting Group, multinazionale statunitense considerata tra le "Big Three" nel mondo della consulenza manageriale. Tra gli speakers giornalisti, politici e dirigenti di importanti realtà come Rolls Royce, Seat, Hugo Boss, che hanno fatto dell'inclusione la loro bandiera e il segreto del successo delle loro aziende. Un momento importante, in cui ognuno ha portato la sua esperienza sul campo.

Storie di impegno per un ambiente di lavoro sereno, senza discriminazioni. Una sfida aperta: l'orientamento sessuale ancora oggi ostacola assunzioni, promozioni, rispetto. Quando non si fa parte di una cultura del lavoro inclusiva, è facile sentirsi isolati, ragion per cui il 30% di LGBT*IQ evita di parlare apertamente del proprio orientamento sessuale, mentre 4 giovani su 10 lo negano. Rondelli racconta la realtà sammarinese, dove l'omosessualità, fino al 2004, era considerata un reato. Tante le battaglie vinte nel nome dei diritti: dall’approvazione della legge sulle unioni civili nel 2018 fino al divieto costituzionale – l'anno successivo - di discriminazione sessuale. E non dimentica la recente legge sull'aborto. Guardando al futuro, “dobbiamo combattere” - dice, e dobbiamo farlo tutti insieme. Ci sono ancora tanti traguardi da raggiungere, manca ad esempio una regolamentazione rispetto alla transessualità. Nella consapevolezza che quando si parla di diritti LGBT si fa riferimento a diritti civili, che riguardano tutti gli esseri umani. Senza distinzioni.

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