L’obiettivo di una scolarizzazione universale, che riduca le disparità e renda più eque le società specialmente nei paesi in via di sviluppo, rischia di allontanarsi. Lo dice l’Unesco, nel suo rapporto annuale sul progetto “Educazione per Tutti”, presentato lo scorso ottobre a Parigi. Invece di recedere, la crisi economica si fa sempre più profonda: a complicare una situazione già fin troppo penosa, i ritardi e i tagli nei finanziamenti ai programmi di scolarizzazione, sui quali si erano impegnati paesi e agenzie internazionali. Per la prima volta da decenni si ferma il trend positivo: l’alfabetizzazione nel mondo non progredisce più, e il pericolo di un ritorno indietro è altissimo.
Ci sono ancora 775 milioni di persone che non sanno né leggere, né scrivere. La maggioranza degli analfabeti vive in Asia e in Africa, a sud del Sahara. Quasi due terzi sono donne e bambine. Circa 122 milioni sono giovani.
I tagli apportati negli ultimi anni hanno fatto scivolare l'Italia al penultimo posto tra i paesi industrializzati per la spesa nella scuola. Questa volta è l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico a sottolineare il dato: con un stanziamento per l'istruzione pari al 9% della spesa pubblica totale, la penisola è al 31esimo posto su 32 paesi presi in considerazione, contro una media Ocse del 13%. Sempre più nutrito, poi, il triste esercito dei cosiddetti “Neet”, (acronimo inglese per Not in Education, Employment or Training): il 25% dei giovani tra i 18 e i 29 anni non lavorano né studiano. Inattivi, dunque, proprio in un’età in cui avrebbero tanto da dare. I laureati sono il 15% della popolazione e la loro percentuale aumenta nelle fasce più giovani. Resta comunque alto il gap con gli altri paesi Ocse, che hanno una media di dottori del 31%.
A San Marino la popolazione scolastica nel biennio 2011/2012 è composta da 5.955 studenti totali, con un tasso di scolarità per quanto riguarda l’istruzione secondaria superiore del 97% e del 61% per l’università. Di questi il 52% prevalentemente studia.
Ci sono ancora 775 milioni di persone che non sanno né leggere, né scrivere. La maggioranza degli analfabeti vive in Asia e in Africa, a sud del Sahara. Quasi due terzi sono donne e bambine. Circa 122 milioni sono giovani.
I tagli apportati negli ultimi anni hanno fatto scivolare l'Italia al penultimo posto tra i paesi industrializzati per la spesa nella scuola. Questa volta è l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico a sottolineare il dato: con un stanziamento per l'istruzione pari al 9% della spesa pubblica totale, la penisola è al 31esimo posto su 32 paesi presi in considerazione, contro una media Ocse del 13%. Sempre più nutrito, poi, il triste esercito dei cosiddetti “Neet”, (acronimo inglese per Not in Education, Employment or Training): il 25% dei giovani tra i 18 e i 29 anni non lavorano né studiano. Inattivi, dunque, proprio in un’età in cui avrebbero tanto da dare. I laureati sono il 15% della popolazione e la loro percentuale aumenta nelle fasce più giovani. Resta comunque alto il gap con gli altri paesi Ocse, che hanno una media di dottori del 31%.
A San Marino la popolazione scolastica nel biennio 2011/2012 è composta da 5.955 studenti totali, con un tasso di scolarità per quanto riguarda l’istruzione secondaria superiore del 97% e del 61% per l’università. Di questi il 52% prevalentemente studia.
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