Disabilità e lavoro, pronto il testo del decreto. Si riapre il tavolo istituzionale
Tra le novità un contributo di solidarietà (si ipotizza uno 0,1% mensile dallo stipendio lordo) per ogni dipendente per tutte le aziende e la possibilità, per quelle che hanno più di 20 dipendenti ma non il numero previsto di persone con disabilità o invalidità in organico, di versare un contributo a parte: confluirà tutto nello stesso fondo, che verrà creato per agevolare percorsi di formazione e agevolazioni all'assunzione. Tra le opzioni anche la possibilità di esternalizzare servizi a cooperative sociali.
“Tutte opzioni per superare l'automatismo dell'obbligo e favorire una reale integrazione lavorativa” commenta il Segretario alla Sicurezza Sociale e Pari Opportunità Franco Santi, che sottolinea la grande disponibilità al confronto di sindacati e associazioni di categoria emersa nel corso del confronto, dedicato alla prima parte dell'articolato. Il decreto riserva un ruolo particolare ai servizi sociali, una sorta di 'tutoraggio' a supporto delle aziende, “perché informazione, formazione e coinvolgimento sono prioritari rispetto agli obblighi di legge,” e prevede l'istituzione di un nucleo di valutazione (formato da personale Iss) per definire le capacità lavorative, fondamentale passaggio per un inserimento mirato.
In vista del prossimo incontro, Anis ha convocato la commissione lavoro, ribadendo l'esigenza di uno strumento utile come quello dell'anagrafe, che certifichi il numero esatto dei lavoratori con disabilità. “Siamo a buon punto - risponde il Segretario Santi- dobbiamo mettere in linea due database: quello Iss e quello dell'ufficio del Lavoro”. Molte persone infatti non erano nemmeno iscritte in graduatoria. Cosa che sarà obbligatorio fare, una volta che il decreto diventerà operativo.
s.b