Il dramma di un parente gravemente malato e il conseguente dolore e stress per i famigliari. Il tutto amplificato dalla difficoltà a chiedere aiuto, tipica di una società sempre più individualista. Di questo ha parlato il faentino Stefano Ossati - esperto di formazione e processi di apprendimento - nell'incontro dal titolo “La famiglia di fronte alla malattia”. L'assistenza ad un congiunto, un tempo fatto sociale, è diventata fatto privato – ha detto –, con tutto ciò che ne consegue. Le richieste del malato provocano un continuo stato d'allerta, tanto che spesso – chi si prende cura di lui – ignora il proprio benessere e vive con forte senso di colpa qualsiasi momento passato lontano dal proprio caro. La paura e la frustrazione spingono i famigliari ad isolarsi sempre più, smettendo di parlare del loro dolore e della loro fatica. Ossati ha insistito, dunque, sulla necessità di un adeguato sostegno psicologico. E poi un appello al personale sanitario: ascoltare il malato – innanzitutto – con rispetto e coinvolgimento. Indispensabile – poi – il rispetto della privacy; evitare di chiamare il paziente con il nome della patologia di cui soffre, tutelarne la dignità.
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