La tragedia è esplosa alle 4.30 di questa mattina, al piano terra di una villetta di via Don Milani, dove padre e figlio si ritrovano ancora una volta a litigare, è l’ennesima di tante discussioni che in questi ultimi mesi hanno segnato la famiglia Lorenzoni, ma questa notte è degenerata. Antonio, 25 anni, prende un coltello e colpisce il padre. Il colpo all’addome è fatale e l’uomo crolla nel soggiorno del piccolo appartamento. Poi Antonio prende il telefono e chiamo i soccorsi: “venite – dice all’operatore del 118 – ho ucciso mio padre”.
Non si conoscono le ragioni della lite e neppure perché sia esplosa a quell’ora. Perché il padre sia sceso dal suo appartamento al piano superiore per andare a discutere con il figlio, che da qualche tempo soffre di una forma di disturbo psicotico. Luigi è disperato. Non riconosce più quel figlio e non sa cosa fare. Chiede consigli agli amici. Antonio non ha un lavoro, forse anche a causa dei suoi disturbi. Aiuta il padre nei lavoretti di restauro. Luigi, 62 anni, lavorava nella vicina fornace di Secchiano, a poche centinaia di metri da casa e quando è andato in pensione si è ritirato nel piccolo laboratorio sotto casa. Al sostituto procuratore di Pesaro, Silvia Cecchi, il giovane ha ripetuto le parole già dette al comandante dei carabinieri di Novafeltria, Umberto Geri. Non sa dare una spiegazione di quel gesto. E’ confuso, chiede della madre, ricoverata all’ospedale in stato di shock. Dopo gli interrogatori lo hanno accompagnato al carcere di Villa Fastiggi, a Pesaro, dove resterà in attesa del processo. Nel video le voci di vicini di casa e amici
Sergio Barducci
Non si conoscono le ragioni della lite e neppure perché sia esplosa a quell’ora. Perché il padre sia sceso dal suo appartamento al piano superiore per andare a discutere con il figlio, che da qualche tempo soffre di una forma di disturbo psicotico. Luigi è disperato. Non riconosce più quel figlio e non sa cosa fare. Chiede consigli agli amici. Antonio non ha un lavoro, forse anche a causa dei suoi disturbi. Aiuta il padre nei lavoretti di restauro. Luigi, 62 anni, lavorava nella vicina fornace di Secchiano, a poche centinaia di metri da casa e quando è andato in pensione si è ritirato nel piccolo laboratorio sotto casa. Al sostituto procuratore di Pesaro, Silvia Cecchi, il giovane ha ripetuto le parole già dette al comandante dei carabinieri di Novafeltria, Umberto Geri. Non sa dare una spiegazione di quel gesto. E’ confuso, chiede della madre, ricoverata all’ospedale in stato di shock. Dopo gli interrogatori lo hanno accompagnato al carcere di Villa Fastiggi, a Pesaro, dove resterà in attesa del processo. Nel video le voci di vicini di casa e amici
Sergio Barducci
Riproduzione riservata ©