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Il dramma delle foibe e l’esodo dal confine orientale d’Italia

10 feb 2014
Il dramma delle foibe e l’esodo dal confine orientale d’ItaliaIl dramma delle foibe e l’esodo dal confine orientale d’Italia
Il dramma delle foibe e l’esodo dal confine orientale d’Italia - Migliaia di morti, centinaia di migliaia di esuli costretti ad abbandonare non solo le proprie terre...
Migliaia di morti, centinaia di migliaia di esuli costretti ad abbandonare non solo le proprie terre, ma anche a recidere le proprie radici, quelle della Venezia Giulia e della Dalmazia; un territorio non più italiano, ma jugoslavo a seguito del trattato del 1947. Un dramma su cui la vergogna del silenzio è durato oltre 50 anni. Ma non è bastato che verità uscisse dalle cavità carsiche che nascosero per anni i corpi delle vittime né la legge che nel 2004 ha istituito la Giornata del Ricordo: il rischio che si avverte ogni 10 febbraio è che dal negazionismo si arrivi al riduzionismo. Ma il sentimento non è un dovere e nasce dalla conoscenza. In Italia molte iniziative, seppur sottotono, hanno riguardato le scuole: una lezione sulla tragedia italiana durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra, quando a Trieste e nell'Istria controllata dai partigiani jugoslavi di Tito i cittadini subirono torture e deportazioni. Almeno 10 mila gli infoibati accertati; ma il sadismo con cui venivano gettati nella cave può più dei numeri: per risparmiare le pallottole venivano legati a gruppi di dieci con fili di ferro. Si sparava al primo, il cui peso morto trascinava gli altri nell'oscurità. Erano nudi, perché si era tolto loro tutto: cittadinanza, abiti e dignità.

Sara Bucci

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