Ha trovato la morte in sala operatoria, dove era entrato per cercare invece una speranza. La speranza di guarire da un male che da tempo lo affliggeva. Una neoplasia alla vescica, così gli avevano detto i medici riferendogli la diagnosi. E’ un male che raramente perdona. Le statistiche la indicano al quarto posto nelle cause di morte nella popolazione maschile, al nono in quella femminile. 72 anni, residente a Serravalle, l’uomo aveva cercato in ogni modo di fermare l’avanzare delle metastasi e si era sottoposto a ben tre interventi chirurgici in un breve lasso di tempo. Questo sarebbe stato il terzo. Ma qualcosa in sala operatoria è andato storto e lo sventurato paziente non ce l’ha fatta. I medici lo avevano informato della complessità dell’intervento e dell’alto rischio che questo comportava ma nessuno, sicuramente, pensava ad un simile epilogo. Adesso toccherà ad una commissione interna accertare le cause; scoprire, attraverso un’inchiesta, se le ragioni del decesso sono da imputare ad una eventuale imperizia, una manovra chirurgica non corretta, ad una complicazione sopraggiunta durante l’intervento o in un eventuale cedimento fisico del paziente. Sono ipotesi purtroppo tutte aperte in casi simili. Ad accertare la verità e dare ai parenti spiegazioni sull’accaduto toccherà al Direttore delle Attività Sanitarie e Socio Sanitarie, al Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero e al Direttore dell’Unità di Medicina Legale e Fiscale. Sono loro i componenti della commissione che dovrà condurre l’inchiesta. Intanto, la direzione e tutto il personale dell’ISS fanno sapere di unirsi alla famiglia e di partecipare sentitamente al loro dolore.
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