Dubai: iceberg dal Polo contro la siccità
Secondo quanto dichiarato, il progetto entrerà in fase di sperimentazione nel 2019, trainando con una nave un piccolo iceberg dal Polo verso il Sud Africa, l'Australia o la Norvegia. Se funzionerà, nel 2020 si procederà al rimorchio di un iceberg di grandi dimensioni negli Emirati, in grado di fornire più di 20 miliardi di litri d'acqua, sufficienti per un milione di persone per cinque anni.
In un Paese come questo, che ha un tasso annuo di precipitazioni di circa 100 mm ed è in corso una riduzione delle riserve di acque sotterranee, la siccità è chiaramente più che un'emergenza. E gli Emirati sono anche tra i maggiori consumatori pro capite di oro blu, con 629 litri al giorno per persona. Non solo, con una popolazione in crescita che dovrebbe raggiungere i 10,4 milioni di persone entro il 2020, il Paese è sotto pressione per trovare nuovi metodi di approvvigionamento. Attualmente, grazie all’altro oro, quello nero, con un dispendio energetico enorme - il 20% dell’energia della regione - e un impatto sull’ambiente molto pesante, viene dissalata l'acqua del mare.
Gli Emirati stanno investendo in ricerca per la cosiddetta “modificazione del clima” già dal 1990 ed è addirittura in fase di studio una catena montuosa artificiale per attirare le perturbazioni. Dal 2015 viene inoltre regolarmente applicato il cloud seeding o “semina” delle nuvole. Il Centro meteorologico emiratino osserva il cielo ogni giorno: quando individua la nuvola giusta, con gli aerei vengono sparati razzi contenenti particelle di sale. Questa costosa tecnica aumenta la probabilità e l’intensità delle piogge fino al 35%.
Ma se l’oro blu nel deserto non c’è, è lecito forzare la natura? Questo è l'interrogativo che si pongono in molti. Intanto, per seguire il progetto “UAE Iceberg”, è stato creato perfino un sito web: www.icebergs.world
Elisabetta Norzi