#EarthHour 2018: un'ora di buio per la sostenibilità ambientale
Da Parigi a Sidney, passando per Londra. Nella serata del 24 marzo, in tutto il mondo, sono stati spenti, simbolicamente, i maggiori monumenti: la Tour Eiffel, il Big Ben, l'Opera House, il grande arco di Nuova Delhi, le Petronas Towers di Kuala Lumpur, il Castello di Edimburgo in Scozia, la Porta di Brandeburgo a Berlino, la Cattedrale di San Basilio a Mosca, il Colosseo di Roma. Quasi 18.000 simboli hanno spento le proprie luci mentre nel mondo sono stati generati oltre 3,5 miliardi di messaggi sui social network e sul web attraverso l'hashtag #EarthHour. Lunghissima la lista dei paesi che hanno risposto all'appello globale, un'ora di buio per sensibilizzare sul cambiamento climatico. Nella sua video dichiarazione, il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha ribadito la necessità che le persone lavorino insieme per costruire un futuro sostenibile per tutti. “La scienza è stata chiara: la perdita di natura rappresenta una crisi globale”, ha dichiarato Marco Lambertini, direttore Generale del WWF Internazionale che in questa edizione ha unito le forze anche con l’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout. “La fauna selvatica è diminuita di quasi il 60% in poco più di 40 anni, il nostro pianeta è a un bivio: non possiamo avere un futuro prospero su un pianeta impoverito e degradato: il momento di agire è ora”
fm
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