Editoria: sit-in dei giornalisti de 'La Voce' davanti al Tribunale Rimini
In occasione dell'udienza di verifica dello stato passivo della società "Editrice La Voce srl", dichiarata fallita il 30 luglio 2015, questa mattina il sindacato unitario dei giornalisti ha organizzato un sit-in di sensibilizzazione sulla vicenda nel piazzale del tribunale di Rimini. Erano presenti una quindicina di persone tra ex componenti della redazione del giornale ed ex collaboratori oltre alla dirigente regionale Aser Monica Raschi, componente del direttivo e segretaria della Consulta regionale dei comitati e fiduciari di redazione. Durante la mattinata i giornalisti hanno distribuito 300 volantini per far conoscere la situazione all'opinione pubblica. "Vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica - spiega il fiduciario sindacale Paolo Facciotto - affinché sul fallimento della Voce la giustizia vada fino in fondo. In 12 anni la società ha percepito 20 milioni euro di contributi pubblici per l'editoria e si ritrova con quasi 13 milioni da dare a 112 creditori tra privilegiati e chirografari". A questo aggiunge: "Dove sono finiti i 13 milioni di euro di 'attivo' certificati da Gianni Celli (ex editore della Voce, ndr) nel bilancio 2013, con cui si presentò in tribunale un anno fa chiedendo il concordato? Come è possibile che Gianni Celli tenga l'attività in famiglia, avendo affittato formalmente il ramo d'azienda (la società che attualmente pubblica il giornale) a una srl dei suoi due figli?". Il sindacato unitario dei giornalisti è vicino ai colleghi, quasi tutti creditori di 15 mensilità arretrate non pagate: "Non ci arrendiamo - ribadiscono i giornalisti - chiediamo di essere rappresentati nel comitato dei creditori e auspichiamo che la giustizia faccia di tutto per alleviare i danni delle vittime di questo massacro sociale. I soldi volatilizzati da qualche parte si devono trovare". Durante il sit-in è stato distribuito anche un foglio satirico intitolato "L'urlo di Romagna" in cui vengono ricordati tutti i passaggi salienti della vicenda.
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