E’ stata secca, priva di enfasi, la notizia data dal presidente Obama. Nel suo speech dalla Casa Bianca ha detto: si è svolta un’operazione che ha ucciso Osama Bin Laden. Ha evocato le tremila vittime innocenti delle Twin Towers, l’11 settembre del 2001 e poi il senso della “famiglia americana” che è rimasta unita contro il terrorismo, giungendo finalmente al traguardo: la “priorità 1” l’uccisione di Bin Laden. Obama ha esaltato l’impegno incessante dei soldati, dell’intelligence, aggiungendo che il lavoro non è finito e che bisogna rimanere vigili. Per il Presidente degli Stati Uniti, prossimo ad una nuova campagna elettorale, un successo straordinario.
Per tutti, ovunque nel mondo, un’emozione enorme. Spontanea quella di Washington e New York, con migliaia di persone scese in strada per urlare semplicemente “U!S!A!” con la gioia del riscatto dieci anni dopo l’attacco al cuore, firmato da Al Qaida. Più misurate le reazioni delle cancellerie occidentali, unite però nel plauso, ferme le parole del presidente afgano Karzai: “i talebani imparino la lezione” e choc tra gli estremisti islamici, nei blogs sulla rete. Ma a qualche ora dall’annuncio e dai commenti, nella scarsità delle immagini che questa volta non documentano i fatti, stanno aumentando le perplessità.
La foto. L’immagine del presunto volto di Osama Bin Laden - si è detto - sfigurato da un colpo alla testa, è falsa. Chi frequenta i siti del mondo arabo, l’avrebbe già vista mesi fa nel circuito iraniano. Un sosia? una morte avvenuta da tempo e rimasta nascosta? Chi l’ha messa in giro? E perché?
Il blitz. Sarebbero state le forze speciali americane, le Navy Seals, con una operazione durata poco più di mezz’ora, che ha visto l’impiego di elicotteri e una dozzina di uomini ad uccidere Bin Laden ed a mettere a ferro e a fuoco la sua residenza. L’obiettivo, in un luogo incredibile: una villa da un milione di dollari, circondata da alte mura a poche decine di metri da una caserma pachistana e a poche decine di chilometri dalla capitale Islamabad. “La priorità 1” - come Obama ha definito Bin Laden - viveva in quella villa, nella cittadina di Abbotabad, con l’ultima moglie, figli e guardie del corpo. Dunque non una caverna irraggiungibile, sperduta nel paesaggio lunare sul confine tra il Pakistan e l’Afganistan - come si è sempre lasciato intendere - ma un luogo comodo e vicino, che già in tanti conoscevano e da tempo. Perché l’ordine è partito solo il 29 aprile, come ha reso noto la Casa Bianca? L’ordine era di uccidere Bin Laden - secondo le notizie del Pentagono - perché non ci sono testimoni?
La conference call. In una comunicazione telefonica domenica sera, un esponente dello staff di Obama, ad operazione compiuta, ha smentito categoricamente ai giornalisti che il blitz sia stato effettuato con la partecipazione dell’Isi, l’agenzia dei servizi pachistani. Anzi, è stato specificato: “No other country was informed”, nessun altro paese era informato. Una scelta dettata dalla delicatezza dell’operazione o cosa? Mancanza di fiducia verso i pachistani? Ma come hanno potuto gli elicotteri americani attraversare il cielo pachistano, senza una copertura?
Il corpo. Le prime notizie sul cadavere di Bin Laden hanno parlato di un trasferimento del corpo alla base Usa di Bagram, a Nord di Kabul. Poi la Cnn, senza che la notizia venisse smentita per ore, ha reso noto che quel corpo sarebbe stato bruciato e i resti buttati in mare, secondo una presunta tradizione islamica. Tradizione islamica? Le parole del Profeta dicono : “siete della terra e alla terra tornate”. Il corpo di un defunto, anche in combattimento, deve essere possibilmente lavato e avvolto nel “kafan” il sudario bianco, legato dalla testa ai piedi e dunque sepolto nella nuda terra con il capo rivolto verso la Mecca. Al momento, di quel corpo non c’è traccia – salvo immagini che girano sulla rete relative all’interno della villa del blitz, con evidenti tracce di sangue – anzi le notizie diffuse dalla CNN hanno irritato profondamente il mondo arabo, perché sarebbe una profanazione.
Perché questo giallo? Perché queste notizie incontrollate?
Non si può non credere alle parole del Presidente Obama, anche perché qualora fosse un’incredibile montatura, per la Casa Bianca sarebbe una catastrofe, senza appello. E dalla Cia, arriva forte la preoccupazione di un attentato di risposta, organizzato da Al Qaida. Troppe tuttavia le ombre e le incongruenze, che per una notizia come questa andavano evitate. Certo, con la morte di Bin Laden, il network del terrore, che oramai ha nuovi leader e sempre nuove risorse, non è morto. Tuttavia, l’analisi del dopo, fintanto che non ci sarà chiarezza su quanto realmente è avvenuto, è rinviata.
Carmen Lasorella
Per tutti, ovunque nel mondo, un’emozione enorme. Spontanea quella di Washington e New York, con migliaia di persone scese in strada per urlare semplicemente “U!S!A!” con la gioia del riscatto dieci anni dopo l’attacco al cuore, firmato da Al Qaida. Più misurate le reazioni delle cancellerie occidentali, unite però nel plauso, ferme le parole del presidente afgano Karzai: “i talebani imparino la lezione” e choc tra gli estremisti islamici, nei blogs sulla rete. Ma a qualche ora dall’annuncio e dai commenti, nella scarsità delle immagini che questa volta non documentano i fatti, stanno aumentando le perplessità.
La foto. L’immagine del presunto volto di Osama Bin Laden - si è detto - sfigurato da un colpo alla testa, è falsa. Chi frequenta i siti del mondo arabo, l’avrebbe già vista mesi fa nel circuito iraniano. Un sosia? una morte avvenuta da tempo e rimasta nascosta? Chi l’ha messa in giro? E perché?
Il blitz. Sarebbero state le forze speciali americane, le Navy Seals, con una operazione durata poco più di mezz’ora, che ha visto l’impiego di elicotteri e una dozzina di uomini ad uccidere Bin Laden ed a mettere a ferro e a fuoco la sua residenza. L’obiettivo, in un luogo incredibile: una villa da un milione di dollari, circondata da alte mura a poche decine di metri da una caserma pachistana e a poche decine di chilometri dalla capitale Islamabad. “La priorità 1” - come Obama ha definito Bin Laden - viveva in quella villa, nella cittadina di Abbotabad, con l’ultima moglie, figli e guardie del corpo. Dunque non una caverna irraggiungibile, sperduta nel paesaggio lunare sul confine tra il Pakistan e l’Afganistan - come si è sempre lasciato intendere - ma un luogo comodo e vicino, che già in tanti conoscevano e da tempo. Perché l’ordine è partito solo il 29 aprile, come ha reso noto la Casa Bianca? L’ordine era di uccidere Bin Laden - secondo le notizie del Pentagono - perché non ci sono testimoni?
La conference call. In una comunicazione telefonica domenica sera, un esponente dello staff di Obama, ad operazione compiuta, ha smentito categoricamente ai giornalisti che il blitz sia stato effettuato con la partecipazione dell’Isi, l’agenzia dei servizi pachistani. Anzi, è stato specificato: “No other country was informed”, nessun altro paese era informato. Una scelta dettata dalla delicatezza dell’operazione o cosa? Mancanza di fiducia verso i pachistani? Ma come hanno potuto gli elicotteri americani attraversare il cielo pachistano, senza una copertura?
Il corpo. Le prime notizie sul cadavere di Bin Laden hanno parlato di un trasferimento del corpo alla base Usa di Bagram, a Nord di Kabul. Poi la Cnn, senza che la notizia venisse smentita per ore, ha reso noto che quel corpo sarebbe stato bruciato e i resti buttati in mare, secondo una presunta tradizione islamica. Tradizione islamica? Le parole del Profeta dicono : “siete della terra e alla terra tornate”. Il corpo di un defunto, anche in combattimento, deve essere possibilmente lavato e avvolto nel “kafan” il sudario bianco, legato dalla testa ai piedi e dunque sepolto nella nuda terra con il capo rivolto verso la Mecca. Al momento, di quel corpo non c’è traccia – salvo immagini che girano sulla rete relative all’interno della villa del blitz, con evidenti tracce di sangue – anzi le notizie diffuse dalla CNN hanno irritato profondamente il mondo arabo, perché sarebbe una profanazione.
Perché questo giallo? Perché queste notizie incontrollate?
Non si può non credere alle parole del Presidente Obama, anche perché qualora fosse un’incredibile montatura, per la Casa Bianca sarebbe una catastrofe, senza appello. E dalla Cia, arriva forte la preoccupazione di un attentato di risposta, organizzato da Al Qaida. Troppe tuttavia le ombre e le incongruenze, che per una notizia come questa andavano evitate. Certo, con la morte di Bin Laden, il network del terrore, che oramai ha nuovi leader e sempre nuove risorse, non è morto. Tuttavia, l’analisi del dopo, fintanto che non ci sarà chiarezza su quanto realmente è avvenuto, è rinviata.
Carmen Lasorella
Riproduzione riservata ©