EDITORIALE. San Marino Forum, orgoglio e rinnovamento
Il San Marino Forum, che ha concluso la sua terza edizione e un percorso di tre anni, è stata la sintesi, la presa d’atto ufficiale di questo limite, tuttavia, forse per la prima volta a fronte di un anno tra i più difficili nella storia della Repubblica, per la congiuntura economico-finanziaria sfavorevole, ma anche per l’insufficienza delle relazioni politiche nei rapporti di buon vicinato, ne ha espresso la volontà, ferma, di superarli. Nel giusto equilibrio, (il former Kanzler austriaco Wolfgang Schuessel ha parlato di “useful balance”, riferendosi alla dialettica tra piccoli e grandi stati) tra lettura globale e locale della crisi in atto, grazie alla successione di interventi esterni e interni alla realtà sammarinese, si è costruito un dibattito dinamico e interattivo utile alla comprensione, ma soprattutto è emerso l’orgoglio di una piccola nazione, che sembra aver rimosso il suo complesso d’inferiorità, ponendosi di fronte alla necessità del cambiamento.
Resta però la domanda: se ne percepisce l’entità e l’urgenza?
Oggi la gradualità non giova, né giova l’aggiustamento incompiuto. Il ritardo si colma con l’accelerazione che innova, con la scelta decisa di nuovi modelli, con il coordinamento, con la convergenza, con l’investimento negli uomini e nelle donne, con la professionalità della comunicazione.
San Marino, non più sui banchi, supina, ad annotare lezioni accademiche, è pronta a inaugurare la sua nuova stagione?
Avrebbe il vantaggio – questa si la prerogativa di un piccolo stato - di poterlo fare da subito. Agli anni del benessere, sono seguiti i giorni difficili, con l’immagine sciupata, la cattiva stampa, i comportamenti umilianti, i disagi sociali. Quando si ricomincia si riparte dagli errori, per non ripeterli. Gli errori e il dolore che provocano – come ha ricordato la Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Giulia Buongiorno - portano la catarsi, sono una risorsa. Sarebbe un punto di forza, anche per San Marino. I sentimenti che si rinnovano per l’insediamento dei Capitani Reggenti, nella sintesi del le parole del Santo: “Relinquo vos liberos ab utroque homine” , liberi dai poteri nel principio della democrazia, possono tornare ad essere la base di un’identità sentita, ma non adeguatamente comunicata. Smaltite le scorie, tocca lavorare seriamente al messaggio, che come ricordava McLhuan viaggia meglio se il mezzo è giusto. Per inciso, la disponibilità della tv pubblica c’è.
Carmen Lasorella