Macerie ovunque, brandelli di vestiti e tende, un odore acre di fumo e residuo di gas lacrimogeni: e' piazza Rabaa, il simbolo della rivolta dei pro-Morsi, il giorno dopo lo sgombero forzato dei manifestanti. Decine di squadre di spazzini, con caterpillar e camion, ripuliscono quel che resta della 'cittadella' della Alleanza pro-Morsi. L'ultimo bilancio fornito dal governo è di 525 morti in tutto l'Egitto, di cui 421 civili, e migliaia di feriti. Ma i Fratelli musulmani parlano di 4.500 morti e hanno ribattezzato Rabaa la 'Tiananmen egiziana'. Sarà un altro giorno di tensione, i Fratelli hanno indetto una nuova manifestazione e al Cairo, davanti alla moschea di al Imam, sono comparse nuove barricate. Revocato invece il coprifuoco per i resort sul Mar Rosso. Intanto, si muove l'Unione Europea. Una riunione dei ministri degli Esteri è prevista per lunedì o martedì, dice Emma Bonino che ha convocato per il pomeriggio alla Farnesina l'ambasciatore egiziano a Roma.
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