Egitto. Dopo la resa del Raìss, la piazza chiede elezioni libere entro 9 mesi
Bye Bye Mubarak. L’urlo di piazza Tharir, “piazza della liberazione”, ufficializza la resa del Raìss. Il popolo della rivoluzione del 25 gennaio, quello della piazza e quello del web, detta le richieste nel suo primo comunicato da popolo libero: libertà di informazione, di formazione dei partiti, fine dei tribunali militari; un consiglio di transizione e un governo di tecnici, che guidi verso elezioni libere entro 9 mesi. Ma è nelle carceri che la rivolta continua: evasione di massa da Marg, al Cairo, muoiono almeno 15 persone. Bloccati i ministri in fuga all’aeroporto: serve il permesso del procuratore generale. Il potere è ora al consiglio supremo delle forze armate, che annuncia una transizione pacifica e democratica all’autorità civile; promette il rispetto di tutti i trattati regionali e internazionali, anche quello che regola, dal '79, i rapporti con Israele. Dopo 30 anni di dittatura, l’Egitto cerca la normalità: via le transenne dalla piazza, ridotto il coprifuoco, mercoledì riaprirà la borsa. Intanto, il vento della protesta continua a soffiare in Medio Oriente e contagia l’Algeria: centinaia di persone in piazza nella capitale. Manifestano contro il regime, ancora una volta, chiedono democrazia e libertà.
Annamaria Sirotti
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