Che il momento non sia dei più tranquilli, in Gendarmeria, lo testimonia la percentuale dei votanti all’elezione dell’organismo di rappresentanza. L’85% del totale degli appartenenti; chi non ha votato era in ferie. Raramente si erano viste simili percentuali. Si vogliono denunciare con forza le problematiche del Corpo. A tenere banco il rapporto più che travagliato con il coordinatore Sabato Riccio e il referente politico: il Segretario agli Esteri. “Con l’organismo di base mi ero già vista in precedenza - afferma la Mularoni - ma quando verrà fissato un nuovo incontro non avrò problemi ad affrontare le questioni all’ordine del giorno”. “Su una cosa, però, voglio essere chiara - continua - sia il comandante, sia il coordinatore devono prima di tutto lavorare per gli interessi della Repubblica. In questo momento, del resto - conclude la Mularoni - stiamo affrontando ben altri problemi; quello che dovevo dire, sulla vicenda, l’ho detto”. Prosegue intanto la consegna al silenzio per i due diretti interessati. Sarà l’organismo di base, dunque, a confrontarsi ufficialmente con il segretario di Stato agli Esteri. Confermato il maresciallo Gabriele Gatti. I nuovi eletti sono il maresciallo Gianluca Dolcini, il brigadiere Emma Mazza, il vicebrigadiere Gianluigi Conti e il gendarme Daniele Moretti. Ma quando si dovranno affrontare questioni di particolare importanza - e il pensiero va subito alla querelle Riccio-Zechini - l’organismo sarà allargato fino a 12 componenti, con l’aggiunta di almeno un membro per ogni grado gerarchico. La rappresentanza convocherà l’assemblea, probabilmente, intorno alla metà di giugno. In quell’occasione verranno stabilite le linee da seguire per i nuovi eletti.
Gianmarco Morosini
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