Elezioni a Gerusalemme: due schieramenti per l'unità

La città santa per ebrei e cristiani, sacra all'Islam, dove vivono circa 800.000 arabi palestinesi ed ebrei con una minoranza cristiana di antica presenza sceglie molto più che un sindaco.
Due schieramenti contrapposti ma non divisi sul governo unitario perché Gerusalemme fa dell'amministrazione comune unica un punto di forza non solo per democratici laici e liberal come il candidato uscente, Nir Barkat, ex imprenditore che ha fatto bene alla città cosmopolita, pluralista, unica e indivisibile.
Lo schieramento antagonista guidato da Moshe Lion conta molto, invece, sui partiti della destra e gli ultra-ortodossi, Haredim, ago della bilancia il Likud e altre frange religiose estreme ashkenazite o i sefarditi dello Shas, pesano gli indecisi che sono il 20% circa. Permane il problema dei palestinesi residenti non votanti di Gerusalemme Est e le pressioni dell'OLP che punta sulla protesta e l'astensionismo arabo: siamo a 1/3 circa della popolazione.
Va da sé che a pagare le tasse senza essere esentati dai tributi per indigenza o povertà sono gli ebrei della classe media, i borghesi di città, circa 300.000 persone si accollano gli oneri della democrazia partecipativa e dello sviluppo basato su esercito e lavoro per tutti, senza beneficiarne più di tanto.
fz
INTERVISTA di Massimo Caviglia a DAVID CASSUTO ex vice sindaco GERUSALEMME

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