La Norvegia volta pagina e vira a destra. Chiamati alle prime elezioni legislative dopo la strage di Utoya di due anni fa, i norvegesi, com'era ampiamente previsto da tutti i sondaggi, hanno scalzato dal potere il progressista Jens Stoltenberg che li aveva guidati per otto anni. Ha vinto la coalizione di destra condotta da Erna Solber, che in tarda serata ha parlato di "vittoria storica" e che si appresta a fare un governo in coalizione anche con il partito populista anti-immigrati. A tarda notte, con oltre la metà dei voti scrutinati, le proiezioni ufficiali assegnano alla coalizione di quattro partiti di destra - fra cui il populista Partito del Progresso, i Democratici cristiani e i liberali - guidati dal Partito Conservatore della Solberg prendono 99 seggi sui 169 totali (la maggioranza assoluta è di 85), mentre ne vanno 69 alla coalizione di centrosinistra di Stoltenberg, che ha riconosciuto la sconfitta e annunciato le dimissioni, previste in ottobre. La piccola ma ricchissima monarchia costituzionale ai confini dell'impero Ue, si è divincolata in un batter d'occhio dalla tutela che per otto anni Stoltenberg aveva esercitato con l'appoggio del Partito socialista di sinistra e dei centristi e ha consegnato il Paese a un governo che, con ogni probabilità, vedrà l'attiva partecipazione di quello che in passato fu proprio il partito dell'estremista stragista di destra Anders Breivik, il Partito del Progresso, populista e anti immigrazione.
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