Marcello Tonini, direttore generale dell’Ausl di Rimini, si allinea alla valutazione del Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, il quale ha richiamato la sentenza definitiva della Corte di Cassazione sul caso Eluana Englaro.
“La scelta del luogo di cura e di assistenza per un paziente – sottolinea Tonini – appartiene alla libera valutazione del cittadino e questa libertà di scelta è tutelata dalla legge”.
Nei giorni scorsi era arrivato un fermo no, dall’associazione Papa Giovanni XXIII, alla disponibilità a valutare il trasferimento della Englaro a Rimini.
E’ un orrore, ha detto il responsabile dell’associazione Paolo Ramonda, perché Eluana vive e vuole vivere. I disabili, ha ribadito, sono una componente umanizzante della nostra società e delle nostre famiglie, non chiedono di morire ma di essere amati. Di fatto, le possibilità che Eluana possa essere trasferita all’ospedale di Rimini sono minime.
L’ipotesi è nata dopo che Carlo Alberto Defanti, il neurologo che da tempo accompagna Beppino Englaro nel labirinto etico-giudiziario in cui si trova da 17 anni, di fronte al no della clinica di Udine aveva ipotizzato due strade. La prima è rimettersi nelle mani dei giudici e puntare tutto sul ricorso al Tar contro la Regione Lombardia.
La seconda è quella di mettersi subito alla ricerca di un’altra struttura che accetti il ricovero di Eluana, disponibile sia a interrompere l’alimentazione artificiale sia a seguirla nelle settimane successive.
Defanti spinge per questa ipotesi, convinto che prima o poi qualcuno disposto a sfidare quello che lui definisce «il ricatto» del Governo si troverà.
Dall’Emilia Romagna erano giunti nei giorni scorsi segnali di disponibilità che hanno indotto il medico a insistere per questa soluzione.
“La scelta del luogo di cura e di assistenza per un paziente – sottolinea Tonini – appartiene alla libera valutazione del cittadino e questa libertà di scelta è tutelata dalla legge”.
Nei giorni scorsi era arrivato un fermo no, dall’associazione Papa Giovanni XXIII, alla disponibilità a valutare il trasferimento della Englaro a Rimini.
E’ un orrore, ha detto il responsabile dell’associazione Paolo Ramonda, perché Eluana vive e vuole vivere. I disabili, ha ribadito, sono una componente umanizzante della nostra società e delle nostre famiglie, non chiedono di morire ma di essere amati. Di fatto, le possibilità che Eluana possa essere trasferita all’ospedale di Rimini sono minime.
L’ipotesi è nata dopo che Carlo Alberto Defanti, il neurologo che da tempo accompagna Beppino Englaro nel labirinto etico-giudiziario in cui si trova da 17 anni, di fronte al no della clinica di Udine aveva ipotizzato due strade. La prima è rimettersi nelle mani dei giudici e puntare tutto sul ricorso al Tar contro la Regione Lombardia.
La seconda è quella di mettersi subito alla ricerca di un’altra struttura che accetti il ricovero di Eluana, disponibile sia a interrompere l’alimentazione artificiale sia a seguirla nelle settimane successive.
Defanti spinge per questa ipotesi, convinto che prima o poi qualcuno disposto a sfidare quello che lui definisce «il ricatto» del Governo si troverà.
Dall’Emilia Romagna erano giunti nei giorni scorsi segnali di disponibilità che hanno indotto il medico a insistere per questa soluzione.
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