Eluana Englaro a Rimini? Tonini: “non abbiamo ricevuto nessuna richiesta”
“La scelta del luogo di cura e di assistenza per un paziente – sottolinea Tonini – appartiene alla libera valutazione del cittadino e questa libertà di scelta è tutelata dalla legge”.
Nei giorni scorsi era arrivato un fermo no, dall’associazione Papa Giovanni XXIII, alla disponibilità a valutare il trasferimento della Englaro a Rimini.
E’ un orrore, ha detto il responsabile dell’associazione Paolo Ramonda, perché Eluana vive e vuole vivere. I disabili, ha ribadito, sono una componente umanizzante della nostra società e delle nostre famiglie, non chiedono di morire ma di essere amati. Di fatto, le possibilità che Eluana possa essere trasferita all’ospedale di Rimini sono minime.
L’ipotesi è nata dopo che Carlo Alberto Defanti, il neurologo che da tempo accompagna Beppino Englaro nel labirinto etico-giudiziario in cui si trova da 17 anni, di fronte al no della clinica di Udine aveva ipotizzato due strade. La prima è rimettersi nelle mani dei giudici e puntare tutto sul ricorso al Tar contro la Regione Lombardia.
La seconda è quella di mettersi subito alla ricerca di un’altra struttura che accetti il ricovero di Eluana, disponibile sia a interrompere l’alimentazione artificiale sia a seguirla nelle settimane successive.
Defanti spinge per questa ipotesi, convinto che prima o poi qualcuno disposto a sfidare quello che lui definisce «il ricatto» del Governo si troverà.
Dall’Emilia Romagna erano giunti nei giorni scorsi segnali di disponibilità che hanno indotto il medico a insistere per questa soluzione.