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In Emilia Romagna cresce il numero dei cosiddetti delitti informatici

9 mar 2010
In Emilia Romagna cresce il numero dei cosiddetti delitti informatici
Pare che i più abili a ripulire i conti correnti altrui, clonando le carte di credito, siano i rumeni. Nel 2009, fa sapere la polizia postale dell’Emilia Romagna, sono state 91 le persone denunciate; 20 gli arresti, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente. Anche sul Titano, in passato, sono stati tentati colpi simili. Ad esempio nel 2006 all’IBS di Borgo Maggiore. In quel caso ignoti incollarono una tastiera fasulla sul pianale dello sportello, ma grazie alla segnalazione di un cliente, e al successivo prodigarsi dei dipendenti dell’Istituto, vennero precauzionalmente rese non operative le tessere dei correntisti che avevano prelevato denaro durante la fascia oraria a rischio. Di tessere effettivamente clonate, in Repubblica, non si ha comunque ancora notizia; sarebbero diverse, comunque, le pratiche al vaglio della Gendarmeria. Numerose, inoltre, le segnalazioni alle Forze dell’Ordine per il cosiddetto “phishing”: l’acquisizione, cioè, di dati sensibili tramite e-mail fasulle, ad esempio delle Poste Italiane o di gruppi bancari. La Gendarmeria è a conoscenza di questi tentativi di truffa e ha aperto di recente un ufficio di polizia postale all’interno della sezione di Polizia giudiziaria, in stretto contatto con la polizia postale riminese per una migliore operatività. In Emilia Romagna sta infine dilagando il fenomeno della diffamazione su social network come Facebook. Gran parte delle denunce, segnala la Polizia Postale, sono a carico di minori, che evidentemente non si rendono conto della pericolosità di certe affermazioni fatte su internet.

Gianmarco Morosini

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