Massimo Micheloni, interrogato ieri dal commissario della Legge Manlio Marsili, ha tenuto un atteggiamento collaborativo riconoscendo le proprie responsabilità. Anche se – avrebbe precisato – la situazione ha avuto uno sviluppo che è andato oltre i propositi. L’interrogatorio, avvenuto nel carcere di San Marino, è durato circa tre ore. Poco prima di Micheloni – che è assistito dall’avvocato Pier Luigi Bacciocchi - il commissario Marsili aveva sentito l’altro sammarinese arrestato: Alessandro Agostini, titolare della Titan lampo. Anch’egli ha ammesso le sue responsabilità e cioè di aver messo a disposizione il locale in cui è avvenuto l’incontro filmato oggetto del ricatto. Avrebbe tentato di chiamarsi fuori dal piano estorsivo, ma minacce telefoniche l’avrebbero – a suo dire – persuaso a proseguire nella condotta criminosa. I due sammarinesi restano in carcere e potrebbero anche essere nuovamente interrogati non appena arriveranno dalla procura di Treviso i verbali degli interrogatori dell’avvocata Adele Giordano e di suo marito Alfonso Romano che il commissario della Legge Marsili ha chiesto mediante rogatoria.
Luca Salvatori
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