Le indagini per far riaprire il caso sull'evasione di Luciano La Pietra dal carcere sammarinese – caso in un primo tempo archiviato – sono ripartite sulla base delle dichiarazioni di un teste chiave, che a cinque anni di distanza dall’episodio, ha deciso di raccontare agli inquirenti, i risvolti oscuri di quell’incredibile evasione. Le novità sulla vicenda – con tutta probabilità – saranno anche oggetto di riflessione per il Congresso di Stato che torna a riunirsi lunedì prossimo, dopo la pausa estiva. L’evasione di La Pietra fu all’epoca anche al centro di una indagine amministrativa. La commissione, presieduta dal magistrato Salvatore Sesta, redasse una corposa relazione concludendo che non erano state poste in essere tutte le misure utili per evitare l’incredibile evasione. Basti dire che quella notte era in servizio una sola guardia che si trovava al pian terreno del carcere e quindi non poteva controllare cosa avveniva al piano superiore – dove si trovavano i due detenuti – anche perchè non c’era alcun apparato di video-sorveglianza. Appare inoltre molto strano che i due fuggiaschi abbiano potuto raggiungere i confini della Repubblica a piedi, senza essere notati da nessuno. La Pietra si consegnò subito alle forze dell’ordine italiane. Palermi, il suo complice di fuga, no. Venne però arrestato pochi mesi dopo nei pressi di Viterbo, perchè trovato in possesso di una pistola, nelle vicinanze di una banca.
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