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Falciano, invasione di piccole cimici. L'entomologo: "Fenomeno destinato a regredire a breve"

di Maria Letizia Camparsi
13 ago 2024
Nel video l'intervista a Davide Di Domenico, entomologo
Nel video l'intervista a Davide Di Domenico, entomologo

Si tratta di un emittero ligeide, scientificamente Nysius cymoides, tipico degli ambienti caldo-aridi. Esteticamente è una piccola cimice, che da adulta misura 4-5 mm ed è in grado di volare. Proviene dal nord Africa, per cui ancora si stanno studiando i possibili effetti del suo arrivo nella penisola italiana.

Quel che è certo è che a Falciano qualche disagio l'ha creato, con una vera e propria invasione. Casi simili si sono registrati negli ultimi anni anche in Veneto ed Emilia-Romagna, in zone agricole, in particolare dove si semina colza o legumi. Tra Strada Lamaticcie e Strada Rancidello c'è un campo in cui si coltiva rucola: proprio da qui sono arrivati gli 'invasori'.

“La strada era un tappeto di insetti – racconta un cittadino – e anche i muri di alcune case ne erano ricoperti”. "Nessun rischio per la salute - spiega Davide Di Domenico, entomologo -. Questo insetto è un parassita delle piante. L'intervento che è stato fatto è stata l'immediata aratura del campo. Questo ha bloccato la migrazione perché li ha sepolti".

Per attenuare la proliferazione è stato usato anche un repellente naturale, il geraniolo. E, dopo il sopralluogo dell'entomologo incaricato dall'Iss, si sta valutando un secondo trattamento. Il fenomeno in ogni caso – assicura l'esperto – è destinato a regredire.

Le piccole cimici rimaste cercano la vegetazione, anche nelle case. “Escono la sera – racconta una signora residente nella via – ed entrano nei giardini, nelle abitazioni. Si posano anche sugli animali e sulle persone”. Ecco allora i consigli su come comportarsi: "Meglio evitare l'insetticida - continua Di Domenico - perché è una sostanza tossica e questi insetti non sono pericolosi. Meglio provare ad aspirarli o spazzarli e in ogni caso segnalare subito all'Iss".

Nel video l'intervista a Davide Di Domenico, entomologo





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