Farmaci antivirali: infettivologo Arlotti spiega iter di somministrazione di Paxlovid e Remdesivir
“L'approccio sammarinese è diverso da quello italiano sia perché è diversa la struttura organizzativa, sia il bacino d'utenza è completamento diverso”. È l'infettivologo Massimo Arlotti a spiegare iter di somministrazione dell'antivirale Paxlovid, che in Italia ha ricevuto il via libera per la distribuzione nelle farmacie su prescrizione medica. Arlotti spiega: ci vuole conoscenza del paziente da parte del medico di base, per un farmaco che può avere molte interazioni con altri già in assunzione. La prescrizione andrebbe poi indirizzata ad una struttura per la validazione, dice ancora, e la distribuzione dovrebbe avvenire a casa e non ritirandolo in farmacia. Necessario, poi, un monitoraggio durante i 5 giorni di assunzione, attivando un contatto quotidiano, per verificare la risposta.
Diverso l'iter per un altro antivirale, il Remdesivir: “Si usava – dice Arlotti - nei pazienti gravi, ma senza dare molta soddisfazione. Mentre, se dato nei primi 3-5 giorni dalla comparsa della malattia, ha una attività sovrapponibile a quella del Paxlavid. Va somministrato endovena, per tre giorni consecutivi. Quindi abbiamo studiato una modalità per far accedere i pazienti a letti ospedalieri, fare il farmaco e tornare a casa. Ha molte meno interazioni e può essere dato anche a chi non può fare il Paxlovid. Tutto questo, però, deve essere effettuato con personale sanitario dedicato e non sono tempi facili sul fronte del personale sanitario”.
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