8 MARZO

Festa della donna: più sostegno alla maternità e maggiori diritti per chi si prende cura dei famigliari

Solo 114 lavoratrici in più negli ultimi tre anni, periodo che ha visto una crescita di ben 1.401 unità. La  festa della donna, che l'emergenza coronavirus rischia di fare passare sottotono, diventa occasione per la CSU di fare il punto sui diritti e sul nostro sistema di protezione sociale.

A partire dalla necessità di superare la completa liberalizzazione delle assunzioni introdotta con la legge sviluppo del 2017 ed accrescere forme di sostegno per coloro che si prendono cura di figli o famigliari non autosufficienti: “le frequenti istanze d'aArengo sul tema – sottolinea la CSU- mettono in luce la necessità di un miglioramento del sistema di protezione famiglia”. Tra le altre proposte aspettativa e part time da estendere ed inserire in un quadro normativo ampliato e rinnovato e sostegno economico alla maternità anche per donne disoccupate.

“L'occupazione femminile- rivela USL- rimane spesso la parte debole del mercato del lavoro, perché è la componente più fragile”, la prima a subire i contraccolpi dell'incertezza economica, con probabilità maggiore di un lavoro precario, a tempo parziale e con difficoltà di ricollocamento specie dopo i 50 anni. Per questo l'USL ribadisce l'impegno per miglioramento e l'approvazione di strumenti normativi a tutela della maternità, paternità e cura di persone anziane o non autosufficienti. 

Il miglioramento del welfare dedicato ai neo genitori al centro del gruppo di lavoro delle donne sostenitrici di Libera, che ha messo al centro anche i temi della maternità consapevole e della interruzione della gravidanza. Da una parte l'esigenza di depenalizzare l'aborto, dall'altra quella mettere in campo tutte le agevolazioni per accogliere nuove vite ed energie nella nostra comunità. “Il congedo per paternità- ribadiscono- è uno di questo sostegni”.

L'Unione donne Sammarinesi ricorda che il 67% dei disoccupati è rappresentato da donne, che l'interruzione volontaria di gravidanza è ancora reato penale, che una sola donna è presente in Congresso e che le donne non denunciano molestie sul lavoro. “Chiediamo- conclude UDS- leggi che ci facciano uscire dalla clandestinità, che favoriscano il processo culturale e permettano la conciliazione tra ambiti di vita”       

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