Una battuta d'arresto nel processo di emancipazione femminile. In tutta Europa. Donne, mamme, lavoratrici, ed è proprio nel rapporto con il contesto lavorativo che il genere marca la differenza. “Donne che pagano il conto più salato alla crisi” - lo evidenzia la Cdls. Difficoltà nel trovare occupazione, retribuzioni inferiori rispetto agli uomini “Problemi vecchi e nuovi – dice Morena Mularoni - che riportano in primo piano il dovere di tutelare i diritti del lavoro perché proprio su questo terreno le donne sono penalizzate nella loro libertà, perché nessuno è libero se non ha i mezzi per sostenersi”. Dati allarmanti a San Marino con la disoccupazione che ha toccato la quota del 65%: 983 donne contro 528 uomini.
Dal sindacato l'auspicio per una maggiore partecipazione alla vita pubblica, sociale e politica e parte da qui il Tavolo Riformista, per chiedere di lavorare, per fare della parità una sfida e un obiettivo, auspicando un cambiamento nelle norme di comportamento e di autoregolazione a sostegno della donna, nonché nella stessa percezione di genere. Fornisce il quadro della presenza delle donne in politica: il 56% degli aventi diritto al voto, ma sono solo 11 le parlamentari su 60 in Consiglio Grande e Generale, “segno – rileva il tavolo riformista - che le donne non votano le donne”, e chiedono correttivi per riequilibrare la rappresentanza femminile.
“Siamo lontani dagli obiettivi della Conferenza di Pechino per la parità di genere mondiale nel 2030”. Lo rileva il Coordinatore della Commissione Pari opportunità, Patrizia Gallo, auspicando misure per colmare un gap ancora forte: donne solo al 22% negli incarichi dirigenziali politici, 42% ai vertici della PA, 22% amministratori unici aziendali donne, 16% manager nel settore privato. Incrementare l'empowerment femminile è l'imperativo, attraverso interventi per accrescerne l'autostima, valorizzarne le conoscenze, svilupparne la possibilità decisionale.
Dal sindacato l'auspicio per una maggiore partecipazione alla vita pubblica, sociale e politica e parte da qui il Tavolo Riformista, per chiedere di lavorare, per fare della parità una sfida e un obiettivo, auspicando un cambiamento nelle norme di comportamento e di autoregolazione a sostegno della donna, nonché nella stessa percezione di genere. Fornisce il quadro della presenza delle donne in politica: il 56% degli aventi diritto al voto, ma sono solo 11 le parlamentari su 60 in Consiglio Grande e Generale, “segno – rileva il tavolo riformista - che le donne non votano le donne”, e chiedono correttivi per riequilibrare la rappresentanza femminile.
“Siamo lontani dagli obiettivi della Conferenza di Pechino per la parità di genere mondiale nel 2030”. Lo rileva il Coordinatore della Commissione Pari opportunità, Patrizia Gallo, auspicando misure per colmare un gap ancora forte: donne solo al 22% negli incarichi dirigenziali politici, 42% ai vertici della PA, 22% amministratori unici aziendali donne, 16% manager nel settore privato. Incrementare l'empowerment femminile è l'imperativo, attraverso interventi per accrescerne l'autostima, valorizzarne le conoscenze, svilupparne la possibilità decisionale.
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