Film anti-islam: Tunisi, riapre l’ambasciata americana

Film anti-islam: Tunisi, riapre l’ambasciata americana.
Non si placano le proteste contro il film anti-Islam prodotto negli Stati Uniti, la tensione è ancora alta in diversi Paesi. In Pakistan un dimostrante è morto e decine di persone sono rimaste ferite negli scontri con la polizia. A Karachi, per il quarto giorno consecutivo, migliaia di manifestanti hanno cercato di marciare contro il consolato Usa, costringendo le forze dell’ordine ad intervenire con l’uso della forza. In Tunisia, dov’è stata riaperta l’ambasciata americana, la polizia ha circondato la moschea di El Fath, dove si nasconderebbe lo sceicco salafita ricercato da venerdì proprio per gli incidenti all’ambasciata, ed era pronta all’assalto. Alla perifieria di Beirut migliaia di seguaci di Hezbollah sfilano al grido di “America sei tu il più grande Satana”. E’ tornato a farsi sentire anche Ali Khamenei, guida suprema iraniana: “Gli Usa e certi Stati europei – ha detto – dovrebbero dimostrare nella pratica che non sono complici di questi grandi crimini”, riferendosi al film contro Maoemtto. La commissione europea infine valuta le misure di sicurezza da adottare melle ambasciate, nei Paesi musulmani dove sono in corso disordini.
Il fronte della protesta si è allargato anche in Asia, manifestazioni e scontri si registrano davanti all’ambasciata americana a Giacarta, dove la folla è stata dispersa dalla polizia con cannoni d’acqua e gas lacrimogeni, sparati contro i circa mille dimostranti che avevano iniziato a lanciare sassi e bombe molotov. Tra i gruppi radicali coinvolti figurano il “Fronte dei difensori dell’Islam” e il “Forum dei popoli islamici”, tra i più conservatori in Indonesia. Presi di mira anche ristoranti di catene americani, costretti alla chiusura.

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