A fine mese chiude la missione Nato in Libia. La resistenza dei lealisti non si ferma

A fine mese chiude la missione Nato in Libia. La resistenza dei lealisti non si ferma.
Ci sono novità nel Paese nord-africano, a poche ore dall’assassinio di Gheddafi. La resistenza dei lealisti, a quanto pare, non si ferma. Saif al Islam, secondogenito del Rais, è stato nominato dagli appartenenti alla tribù del padre – e da altri gruppi - suo successore alla testa di quella che hanno definito "la guerra di liberazione". A darne notizia è il sito web del giornale internazionale arabo Al Sharq al Awsat. Infine gli abitanti della città di Bou Hadi, nel sud della regione della Sirte, luogo di nascita di Gheddafi, hanno rifiutato di firmare un documento a sostegno del Consiglio Transitorio. Tutto ciò a seguito dell’intervento del segretario dell’alleanza atlantica Rasmussen, che aveva annunciato per il 31 ottobre la conclusione della missione Nato nel Paese. “Fino a quella data continueremo a monitorare la situazione, pronti ad intervenire” – aveva poi aggiunto. Rasmussen ha parlato di un “successo” e di un “dovere compiuto”. Il Consiglio nazionale di transizione – dal canto suo - domani pomeriggio annuncerà la piena liberazione della Libia. Il premier Jibril ha detto che le elezioni per un nuovo congresso nazionale dovrebbero tenersi entro 8 mesi. Il Cnt ha anche annunciato che il corpo di Gheddafi non verrà sottoposto ad autopsia. Il medico legale che ha esaminato il corpo del colonnello ha detto “E’ stato giustiziato. E’ stato arrestato da vivo ma ucciso più tardi”. L’Onu ha ordinato un’inchiesta anche su invito della moglie di Gheddafi, che si trova in Algeria, ma che – insieme alla figlia – avrebbe intenzione di rifugiarsi in un Paese del Golfo.


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