Flavio Pelliccioni, al centro della cronaca giudiziaria, acquisì un a certa notorietà negli anni ’80 per tutte altre ragioni

Flavio Pelliccioni, al centro della cronaca giudiziaria, acquisì un a certa notorietà negli anni ’80 per tutte altre ragioni.
Olimpiadi di Los Angeles 1984. Tra gli atleti sammarinesi c’è anche lui Flavio Pelliccioni, specialità windsurf. All’epoca aveva 27 anni e una grande passione per quello sport che trasformo’ anche in attività imprenditoriale. Affittava i winsurf, poi fondo’ il Beach Cafè, inventando la vita notturna d’estate al Marano. Una persona intraprendente con una grande ambizione che lo portò in seguito ad infilarsi in situazioni poco chiare. La più eclatante fu l’indagine long drink. Triangolazioni per evadere l’iva. Due processi, uno in italia e l’altro a San Marino. In entrambi ne uscì senza condanna: le lungaggini della giustizia, italiana e sammarinese, fecero cadere in prescrizione i reati. Per Long Drink finì anche dietro le sbarre una ventina di giorni “Il Carcere è l’Università della vita – commentò in una intervista nel 2007 – a certi manager farebbe bene, provarlo”. Nel 2003 il beach paradise andò a fuoco. Pelliccioni parlò di intimidazione mafiosa. Nel frattempo fu rinviato a giudizio e assolto per un’indagine gemella di long Drink – in quel caso si trattava di zucchero - da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere. Attualmente è imputato in due processi pendenti a Rimini, ma per reati minori. Allo stato – afferma il suo storico avvocato Alessandro Petrillo – è praticamente incensurato.

Luca Salvatori

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