Flirtare online è un atto di infedeltà per la Cassazione
Lei abbandona la casa, lui la accusa per violazione dell'obbligo di coabitazione.
Fin qui sembrerebbe una classica storia di tradimento. Ma la giovane donna aveva piantato in asso il marito dopo averlo scoperto sul web in cerca di relazioni con altre donne.
L’uomo non aveva tradito materialmente la moglie, né incontrato una di queste donne cercate sugli annunci online.
Ma per la Cassazione navigare sui siti e chat d’incontri è come tradire. Dunque la moglie che lascia la casa, dopo aver sorpreso il marito, non commetterebbe abbandono di tetto coniugale. Ed è così che è stato dichiarato inammissibile il ricorso dell'ex marito che voleva addebitare la causa della separazione alla moglie. Non basta perchè la giovane "tradita" si ritroverà con un assegno di 600 euro ogni mese dal "ricercatore di avventure online".
Quindi la differenza tra virtuale e reale non esiste: è il pensiero a contare. O meglio, quei flirt sul web.
Con questa sentenza, la Suprema Corte ha convalidato il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Bologna che nel 2015 aveva equiparato la navigazione su siti d'incontri alla violazione dell'obbligo di fedeltà.
Questo perchè cercare avventure extraconiugali online vuol dire «compromettere la fiducia tra i coniugi e provocare l’insorgere della crisi matrimoniale all’origine della separazione“.
Silvia Sacchi