“Stante la crisi dalla quale la Repubblica non è ancora uscita, con un paio di miliardi di euro - forse anche meno - un qualsivoglia gruppo straniero potrebbe tranquillamente impossessarsi de facto del sistema paese”. E' uno dei passaggi di maggior interesse – e allo stesso tempo più inquietanti – del report sul Titano diffuso dalla Fondazione Caponnetto. Uno scenario, si precisa, a prima vista irrealistico, ma che “va comunque previsto, perché alla portata di diverse tipologie criminali transazionali”. Altro aspetto sul quale si invita a prestare massima attenzione, è quello della “italianizzazione dei fenomeni criminali”; ossia la propensione dei gruppi mafiosi di investire denaro illecito tramite acquisizioni di ristoranti, alberghi negozi e così via. Da monitorare, inoltre, eventuali presenze di criminalità organizzata proveniente dall'Est Europa e dalla Cina. E poi il fenomeno delle scommesse on-line, e i possibili intrecci criminali. Ricordate, nel report, tutte le operazioni che hanno interessato San Marino; e dove è stata riscontrata la presenza di clan. Dalle inchieste Vulcano 1 e 2, alla Decollo Money, riguardante la 'ndrangheta. Fino al sequestro, nel mese scorso, da parte della Dia di Napoli, di 2 conti correnti sul Titano riconducibili al sodalizio camorristico dei Misso. Luci accese anche sulle operazioni riguardanti i cosiddetti “reati spia” - come fallimenti pilotati, truffe finanziarie e frodi carosello -, che nascondono spesso l'azione della criminalità organizzata. Nel documento si evidenziano comunque i passi avanti compiuti dalla Repubblica, per far fronte a questi fenomeni. Dall'istituzione di una apposita Commissione parlamentare, all'introduzione – nel Codice Penale - di articoli ad hoc, come quello inerente il voto di scambio. Ma soprattutto l'allineamento a quanto richiesto dal Moneyval. Confortanti le valutazioni dell'OCSE, mentre in tema di corruzione vi sono alcune raccomandazioni da seguire provenienti dal GRECO. In conclusione la Fondazione Caponnetto “consiglia, oltre alla nascita dell'AISA, l'emanazione di un testo unico in materia di antiriciclaggio”, e “un programma di formazione continua, in tale materia, per le Forze di Polizia”.
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