Sono a rischio il monitoraggio e gli interventi in mare, ma anche l’ospedale delle tartarughe marine, da 16 anni centro di recupero e punto di riferimento per la cura e il salvataggio dei carapaci, uno dei più importanti ed attivi nei mari italiani. Ma la fondazione si occupa anche dei cetacei spiaggiati, sia morti che vivi ed ha al suo attivo oltre 30 interventi compreso il salvataggio di Mary G la delfina salvata da morte certa e oggi completamente ristabilita. Tutto questo lavoro potrebbe andare perso. A lanciare l’allarme e a chiedere l’intervento dei singoli e delle istituzione è la stessa fondazione che da 20 anni opera nel mare Adriatico, soprattutto nella sua parte settentrionale, uno dei bacini più importanti del mediterraneo, area di alimentazione e svernamento per le giovani tartarughe comuni, (Carretta carretta). A migliaia ogni anno finiscono nelle reti dei pescatori, spiaggiano sulla costa, vengono colpite e ferite dalle eliche dei motoscafi e delle barche, ingoiano ami che possono risultare mortali.
Dal 1988 ad oggi Cetacea è intervenuta su oltre 1500 casi di tartarughe e 200 cetacei spiaggiati, raccogliendo campioni biologici e informazioni scientifiche di grande importanza, operando lungo tutta la costa emiliano romagnola e marchigiana fino ad essere considerata un servizio pubblico, senza il sostegno pubblico. Un anno fa ha creato il centro Adria, aperto al pubblico e già visitato da oltre 30 mila persone. La Fondazione per proseguire nei suoi compiti ha bisogno di fondi e chiede l’aiuto di tutti.
Come aiutare la Fondazione Cetacea:
Donazioni: www.fondazionecetacea.org
Petizioni: www.petizionionline.it
Myriam Simoncini
Dal 1988 ad oggi Cetacea è intervenuta su oltre 1500 casi di tartarughe e 200 cetacei spiaggiati, raccogliendo campioni biologici e informazioni scientifiche di grande importanza, operando lungo tutta la costa emiliano romagnola e marchigiana fino ad essere considerata un servizio pubblico, senza il sostegno pubblico. Un anno fa ha creato il centro Adria, aperto al pubblico e già visitato da oltre 30 mila persone. La Fondazione per proseguire nei suoi compiti ha bisogno di fondi e chiede l’aiuto di tutti.
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