E’ di ieri la notizia dell’arresto per truffa di Giampaolo Corabi.
Deve rispondere di frode al fisco per oltre 235 milioni di euro. Giampaolo Corabi è stato inchiodato dalla Guardia di Finanza di Prato e dalla polizia valutaria delle fiamme gialle di Roma con una inchiesta definita come la più importante finora condotta sulle frodi dell’Iva.
Ma il commercialista riminese era già conosciuto a San Marino per il suo coinvolgimento, come parte lesa, in un episodio di criminalità avvenuto nel maggio del 2004. Un ordigno era infatti esploso davanti alla villa di Mike Bruschi, a Cailungo. L’abitazione in quel momento era stata affittata ad una società finanziaria svizzera, la Fey Research. E nella villa risiedeva da qualche tempo proprio Giampaolo Corabi, allora amministratore della stessa società.
Ancor prima, a Rimini, un altro ordigno era esploso in Via Monte Titano, nell’ex studio del commercialista. Atti intimidatori che non hanno avuto alcun seguito e non si è mai arrivati all’identificazione dei responsabili. Dopo quei fatti, i rapporti di Giampaolo Corabi con San Marino si sono interrotti. La Gendarmeria fa sapere che il professionista non ha mai fatto richiesta di permesso di soggiorno, né di residenza. I suoi sono sempre stati solo rapporti di lavoro con il Titano.
Deve rispondere di frode al fisco per oltre 235 milioni di euro. Giampaolo Corabi è stato inchiodato dalla Guardia di Finanza di Prato e dalla polizia valutaria delle fiamme gialle di Roma con una inchiesta definita come la più importante finora condotta sulle frodi dell’Iva.
Ma il commercialista riminese era già conosciuto a San Marino per il suo coinvolgimento, come parte lesa, in un episodio di criminalità avvenuto nel maggio del 2004. Un ordigno era infatti esploso davanti alla villa di Mike Bruschi, a Cailungo. L’abitazione in quel momento era stata affittata ad una società finanziaria svizzera, la Fey Research. E nella villa risiedeva da qualche tempo proprio Giampaolo Corabi, allora amministratore della stessa società.
Ancor prima, a Rimini, un altro ordigno era esploso in Via Monte Titano, nell’ex studio del commercialista. Atti intimidatori che non hanno avuto alcun seguito e non si è mai arrivati all’identificazione dei responsabili. Dopo quei fatti, i rapporti di Giampaolo Corabi con San Marino si sono interrotti. La Gendarmeria fa sapere che il professionista non ha mai fatto richiesta di permesso di soggiorno, né di residenza. I suoi sono sempre stati solo rapporti di lavoro con il Titano.
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