Fuga dei medici, per l'ASMO siamo vicini al “punto di non ritorno”
“Il lento stillicidio di figure professionali, iniziato ormai qualche anno fa, sta assumendo la forma di una vera emorragia”. L'associazione che raccoglie i medici ospedalieri definisce il problema con i numeri. Negli ultimi anni, scrive, abbiamo assistito impotenti ad “abbandoni illustri”: 14 ginecologi, 5 chirurghi, 5 ortopedici, 3 anestesisti-rianimatori, 9 pediatri, 5 internisti, 2 radiologi, 5 cardiologi. Se si considera una forza lavoro di circa 120 medici si arriva a una percentuale drammatica, che si commenta da sola e che ben configura il carattere di una “fuga”. La preoccupazione si fa ancora più acuta dopo la lettera sottoscritta da 23 medici specialisti, iscritti ASMO e inviata al Congresso di Stato, al Comitato esecutivo dell'Iss e alle Associazioni Sindacali, con la quale si mette ancora una volta in evidenza “la non più sostenibile condizione di precariato nella quale si trovano” e, fatto ben più grave, gli inaccettabili e troppo eterogenei termini contrattuali in cui medici che ogni giorno si trovino a lavorare nella stessa Unità Operativa e a parità di mansioni devono sopportare. La sanità italiana, nei prossimi anni, registrerà il pensionamento di 45.000 medici, lasciando privi di curanti circa 4 milioni di persone. Si capisce bene quindi, come la richiesta di medici da assumere (anche a tempo indeterminato da subito) indirizzi la fuga verso quella direzione. Asmo si dice consapevole della complessità del problema che si è stratificato negli ultimi cinque/sei anni, ma rimarca la preoccupazione e auspica una soluzione rapida. Siamo pronti, conclude, a ogni tipo di confronto con l’unico scopo della messa in sicurezza del nostro Ospedale, un bene troppo grande e prezioso per poterne solo immaginare la disfatta. “Hanno ragione, commenta il Segretario alla sanità. E' un impegno che ci siamo presi da tempo”. La questione è complessa, spiega, ma siamo in dirittura d'arrivo. Una settimana fa è stato emesso il decreto per il bando internazionale e, anticipa Santi, il 30 marzo incontreremo i sindacati sul precariato che si supera con una nuova legge. E' giusto intervenire in maniera strutturale, sottolinea Santi, senza mettere toppe come si è fatto in passato ma questo richiede più tempo. E sappiamo, sottolinea, che il tempo è giunto al termine. Questo percorso di riforme di legge è in visione da qualche tempo a tutti i sanitari perché, rimarca, c'è stato un confronto approfondito. Adesso è in mano alla parte tecnico-giuridica che dovrà redigerlo. Entro maggio arriverà in Consiglio per la prima lettura. Il percorso è segnato, conclude il Segretario alla sanità. Spero che questo possa contribuire a superare tutte le difficoltà perchè inseguire sempre l'emergenza è un grosso problema.
Sonia Tura
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