“La mia presenza intende testimoniare i vincoli profondi che legano la Santa Sede e San Marino”. Così mons Gallagher, che nella sua orazione definisce San Marino tesoro “di democrazia e libertà”. Rievoca la vita del fondatore e Santo patrono, quegli inizi modesti che “hanno plasmato il popolo sammarinese”. Parla di politica, intesa come servizio” Il succedersi dei Capitani Reggenti ogni sei mesi, sul modello consolare della Roma repubblicana, sottolinea che l’esercizio dell’autorità è anzitutto un mettersi a disposizione della comunità civile, senza essere esposti all’amore per il potere che inquina le azioni umane”. Sottolinea lo spirito di accoglienza di San Marino, che si concretizza nell'ospitalità offerta ad alcune centinaia di ucraini, riflette sui colori della bandiera e sui due valori chiave della tradizione sammarinese, la pace e la libertà. Ripercorre la storia di indipendenza caparbia di San Marino, senza però isolarsi dal contesto internazionale, mette in fila i punti di riferimento che il Diacono Marino ha trasmesso, di generazione in generazione, agli abitanti del Titano: verità, giustizia, carità e libertà: premessa indispensabile “della pace che avete con successo perseguito nei diciassette secoli della vostra storia, ancor oggi la bussola che dirige il popolo sammarinese, proteso verso il cielo, grazie anche alla sua bellissima posizione geografica, e nello stesso tempo attento alla concretezza dei bisogni dei suoi cittadini, ma anche di quanti vanno cercando rifugio, giustizia, libertà e pace”. Infine, il richiamo alla singola responsabilità, con le parole che Benedetto XVI pronunciò, in questa stessa sala, il 19 giugno 2011.
Il link al discorso completo del mons Gallagher