Gattei chiede giustizia: si rivolge alla Corte Europea Diritti dell'Uomo
Una vicenda iniziata 5 anni fa, della quale Gabriele Gattei non sa più nulla: “Ho una macchia d’infamia sulla faccia – dice – e non riesco a toglierla, pur essendo innocente”. I fatti. Nel 2003 il comandante della Polizia Civile, Albina Vicini, non si vide più rinnovare il suo contratto alla guida del Corpo, “E senza sapere nulla di ufficiale – ricorda Gattei – mi ritrovai a ricoprire il suo posto. Sembrava dovesse arrivare un nuovo comandante, circolavano parecchi nomi, ma non arrivò nessuno. Nel luglio 2003 una delibera del congresso di Stato sottolineò che in assenza del titolare del posto assumevo temporaneamente l’incarico, fino a nuove disposizioni”. Nel giugno dello stesso anno qualcuno informò Gattei che i giornali riportavano la notizia di una denuncia a suo carico per il reato di usurpazione di funzioni pubbliche: “Caddi dalle nuvole”, ricorda. Dopo cinque mesi di silenzio Gattei avanzò a sua volta istanza in tribunale per sapere qualcosa della denuncia: “Nel novembre fui convocato, sia per la denuncia – e ufficialmente non potevo sapere nemmeno chi mi avesse denunciato – sia per il mio esposto. Da allora, silenzio più assoluto”. Nel maggio 2004, quando Albina Vicini rifiutò di riprendere il posto di comandante, una nuova delibera affidò formalmente il posto a Gattei. Per sapere qualcosa del suo procedimento ora aveva deciso di affidarsi alla legge costituzionale numero 144 del 30 ottobre 2003, che prende in esame i casi di denegata giustizia: “Dovrei rivolgermi al giudice per la responsabilità civile dei magistrati – sottolinea – ma il cancelliere mi ha informato che questa figura, attualmente, non esiste: il giudice si è dimesso e non è ancora stato sostituito”. Non avendo altra scelta, Gattei annuncia di volersi rivolgere alla Corte Europea: “Quel che mi turba – conclude – è non sapere niente di una vicenda che mi tocca in prima persona. Non conosco gli atti, non so se è intervenuta la prescrizione del reato, tutte le richieste rivolte sono state inutili. Ma non voglio più questa macchia d’infamia”.
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