Geriatria, si chiude il convegno internazionale. Tra i temi la palestra della memoria e la solitudine
45 relatori provenienti dalle più prestigiose Università si sono confrontati sul tema dell'“Invecchiare domani”.
L'invecchiamento a 360 gradi, non più solo dal punto di vista clinico, ma anche psicologico e sociale. Se ne è parlato al Kursaal: 45 relatori provenienti dalle più prestigiose Università si sono confrontati sul tema dell'“Invecchiare domani”, titolo del Convegno Internazionale di Gerontologia e Geriatria, patrocinato dal Congresso di Stato e da importanti società scientifiche. “L’aumento della durata della vita pone sfide per la salute pubblica e l'economia”, sottolinea Carlo Renzini, presidente dell'Associazione Sammarinese di Gerontologia e Geriatria che ha organizzato l'evento. Si cambia dunque approccio, a partire dalla formazione, come nel Master in Medicina geriatrica “Giancarlo Ghironzi”, in partnership tra Unirsm e Università di Ferrara.
"Bisogna tenere in considerazione anche il contesto in cui l'anziano vive e quindi i suoi bisogni in maniera più ampia - commenta Sabrina Volpi, studentessa master in Medicina geriatrica, parlando dei progressi fatti grazie al Master -. Dal punto di vista tecnico mi è venuto più spontaneo utilizzare delle scale di valutazione validate per affrontare alcune problematiche di tipo clinico, terapeutico". Una delle innovazioni studiate dagli esperti per migliorare la qualità della vita è la palestra della memoria, in sperimentazione a Modena, e che l'associazione di Renzini vorrebbe portare anche sul Titano.
"È un progetto di prevenzione del decadimento cognitivo - spiega Chiara Galli, Geriatra Ausl Modena -, dove un gruppo di anziani si ritrova una volta a settimana due ore per stare insieme agli altri, per socializzare e anche per stimolare le funzioni cognitive. Questo permette alle persone di anziane dai 70 a 73 anni in su di avere di nuovo un ruolo, un ruolo nella società che a volte con l'anzianità tende ad essere perso".
Tema dei panel odierni anche la solitudine degli anziani, trattato in tutte le sue sfaccettature, dall'ambiente casalingo a quello ospedaliero. "Noi abbiamo affrontato il problema della solitudine del paziente ricoverato - afferma Giovanni Zuliani, direttore Master in Medicina Geriatrica “Giancarlo Ghironzi” - . Quello che emerge chiaramente è che c'è una forte correlazione con i sintomi depressivi e che è fortemente correlato alle relazioni sociali prima del ricovero. Quello che è impressionante è che l'ennesima conferma che il feeling di solitudine predice la mortalità a sei mesi. Questo è un dato che n linea con la letteratura, non ancora spiegato".
Nel video le interviste a Sabrina Volpi (studentessa master in Medicina geriatrica), Chiara Galli (Geriatra Ausl Modena) e Giovanni Zuliani (direttore Master in Medicina Geriatrica “Giancarlo Ghironzi”)
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