Non ha fatto dichiarazioni oggi in aula Beate Zschaepe, principale imputata del processo che si tiene a Monaco di Baviera sugli omicidi commessi dalla cellula neonazista NSU. Ed è stato il suo avvocato, Wolfgang Heer, a indicare che la cliente non avrebbe "rilasciato alcuna informazione su di sé". Nell'aula del processo sono stati letti i capi di accusa relativi ai dieci delitti a sfondo razzista e xenofobo avvenuti fra il 2000 e il 2007 in Germania, che hanno colpito in particolar modo la comunità turca e sollevato un'ondata di indignazione generale al momento della scoperta. Obiettivo della cellula neonazi, è stato spiegato dagli inquirenti, era generare un clima di insicurezza per i concittadini di origine straniera, oltre che l'indebolimento della fiducia nello Stato. Spiegando le accuse che colpiscono la trentottenne, Herbert Diemer ha chiarito che persone provenienti dal sudeuropa, preferibilmente di origine turca, "venivano selezionate in modo arbitrario e venivano uccise" con un'arma da fuoco, come in vere e proprie esecuzioni. L'accusata Zschaepe, ha proseguito, "prendeva parte alla pianificazione e alla preparazione" degli omicidi. In questo modo sono stati uccisi nove piccoli imprenditori turchi e un cittadino greco con una pistola di marca 'Ceska'. I due principali complici della donna Uwe Boehnhardt e Uwe Bundlos si sono tolti la vita. Oltre agli omicidi, la cellula Nsu risponde di aver provocato due attentati dinamitardi a Colonia, in cui sono rimaste gravemente ferite 23 persone e diverse rapine in banca.
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