Una bozza di legge che si prefigge di condizionare futuri negoziati su Gerusalemme alla previa approvazione di due terzi della Knesset (parlamento) ha spaccato oggi il governo israeliano. Cinque ministri si sono espressi a favore, in via preliminare, mentre quattro si sono opposti. La negoziatrice Tzipi Livni, che funge anche da ministro della giustizia, ha preannunciato che chiedera' un nuovo dibattito in merito. La bozza di legge (che sara' sottoposta alla Knesset nelle prossime settimane) e' stata elaborata dal deputato Yaakov Litzman del partito ortodosso Fronte della Torah, oggi alla opposizione. Gerusalemme, afferma Litzman, ha un'importanza centrale per il popolo ebraico. Per questa ragione, aggiunge, ''il governo israeliano non potra' negoziare con elementi stranieri la sua spartizione, o anche la consegna di una sua parte, se prima non avra' ottenuto la approvazione di 80 deputati'', sui 120 della Knesset. Secondo Haaretz il premier Benyamin Netanyahu e' stato colto di sorpresa dal sostegno che la iniziativa di Litzman ha ottenuto oggi nella Commissione ministeriale per la legislazione. Il giornale prevede che, dietro le quinte, Netanyahu appoggera' il la opposizione gia' manifestata dalla Livni.
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