Giappone, allarme cibo
Si tentano intanto primi conti della catastrofe, che potrebbero costare all'economia giapponese 235 miliardi di dollari: sono le stime di Banca Mondiale che ipotizza per il futuro un impatto maggiore sul commercio e la finanza. Ancora apertissimo, in Italia ed in Europa, il capitolo programma nucleare. “Gli abitanti di Fukushima non erano mai stati favorevoli al nucleare- ha rivelato l’Ambasciatore sammarinese a Tokyo Manlio Cadelo “ tuttavia per economizzare il progetto- raccomandato dagli Stati Uniti- fu accettato”. Il diplomatico ha poi parlato di autorità giapponesi molto attive e sorprese da una stampa estera che titola “Apocalisse”. “A Tokyo ci sono 143 rappresentanze diplomatiche e la maggior parte degli ambasciatori non sono partiti, cosa che hanno fatto invece stranieri residenti senza considerare che radiazioni severe possono rimanere per decine e decine di anni”. E proprio a proposito delle radiazioni informazioni ufficiali del ministero degli affari esteri a Tokyo parlano di una situazione, dopo un picco registrato attorno al 15 di marzo, tornato nella normalità.