Le barre di combustibile al reattore 3 di Fukushima sono danneggiate e, a due giorni dalla catastrofe provocata dal terremoto e dagli tsunami, è forte in Giappone la paura di un disastro nucleare. Il ministro Naoto Kan ha cercato però di tranquillizzare la popolazione affermando che “non ci sarà un’altra Cernobyl”. Dal distretto sono state evacuate 200mila persone e almeno 160 potrebbero essere state già contaminate. L’agenzia per l’energia atomica dell’ONU ha annunciato che è stato decretato lo stato di emergenza anche in un’altra centrale della prefettura di Miyagi. Si è reso poi necessario il razionamento dell’energia elettrica nel paese, a partire da domani. Intanto il bilancio delle vittime continua a salire: 10 mila i morti solo a Miyagi dove più di metà della popolazione è stata spazzata via dalle onde. All’appello mancano ancora 5 italiani su 29, con i quali non è stato ancora possibile stabilire un contatto. Mentre le scosse non si fermano, l’allarme tsunami in giornata è stato revocato. In questo scenario apocalittico, c’è posto però anche per i miracoli. Un uomo di 60 anni è stato salvato da un cacciatorpediniere a 15 chilometri dalla costa dopo essere andato alla deriva per due giorni aggrappato al tetto di casa. Hiromitsu Shinkawa è sopravvissuto alla forza delle acque che avevano invaso la cittadina di Minamisoma.
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