Giappone: si teme che pesce in scatola radioattivo finisca sulle tavole europee
Quante bugie e verità non dette su Fukushima? Le informazioni delle autorità nipponiche sono spesso vaghe, confuse. I dati non coincidono. Ognuno dice la sua sul livello di contaminazione e sul limite della fascia di sicurezza: Tepco, Autorità di sicurezza nucleare francese, Agenzia atomica internazionale, Greenpeace. Si ignora, al momento, quale sia il quadro reale. Ora il governo giapponese sta valutando l'ipotesi di rivedere i criteri di evacuazione. Torna alla mente Chernobyl, e tutte quelle verità scomode centellinate, ridimensionate, peggio: taciute. Per diversi esperti Fukushima potrebbe essere la nuova Chernobyl. Anzi, c’è chi dice che la situazione sia ben più grave. Stati Uniti, Cina e Russia, esposte più da vicino alle radiazioni, premono sul governo nipponico affinché offra notizie complete ed attendibili. Sul fronte delle informazioni c’è qualche debolezza di troppo. Oggi si sa che sono cominciate le operazioni d’iniezione d’azoto nel reattore n.1, per neutralizzare le ipotesi di esplosione di idrogeno. La paura arriva dal mare dove sono state riscontrate spaventose quantità di iodio 131. La probabilità che mutazioni genetiche anche gravi colpiscano i pesci dell’area di fronte Fukushima, cresce con il passare delle ore. Ciò potrebbe significare una catastrofe ambientale per l’oceano ancora difficilmente quantificabile. La Russia ha bandito l’importazione di pesce da 232 aziende nipponiche. E la Ue si interroga sul rischio per il pesce in scatola, che si teme possa finire sulle tavole europee.
Monica Fabbri
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