Questione principale della serata: i giochi. I leader delle tre forze politiche, Marco Arzilli, Romeo Morri e Augusto Casali, sono intervenuti sulla legge che approderà in prima lettura che istituisce l’ente pubblico di gestione dei giochi, legge che non è piaciuta ai tre partiti, che non hanno votato la nuova maggioranza. Analogie sono state fatte con la vicenda antenne: "In entrambi i casi, si è detto, un bene dello stato è andato in concessione a privati senza che né lo stato né i cittadini ricevessero nulla, se non i danni". I tre consiglieri hanno poi ripercorso la questione giochi, dall’autunno 2002, con la ventilata ipotesi di trasferire la Giochi San Marino a Rovereta, citando poi un documento di quei giorni - un mese prima della riedizione del governo Dc-Pss - nel quale si direbbe che i vertici della Società del Bingo sapevano che il governo aveva la maggioranza in Consiglio. Governo che aveva rilasciato dichiarazioni ai diretti interessati, garantendo la prossima apertura della sala giochi Rovereta. Un documento che, per Nuovo Partito Socialista, Popolari e Noi Sammarinesi, offre la vera chiave di lettura sulle maggioranze che negli ultimi 5 anni "non sono nate negli ambienti della politica bensì nel connubio politica affari". Verità illustrate dai consiglieri Arzilli, Casali e Morri, che "nonostante le minacce e intimidazioni - hanno assicurato - continueremo a batterci per il ripristino della legalità e della moralità". Prossimo banco di prova la legge sui giochi, che, "se non sarà modificata – hanno detto NPS, Popolari e NS, si tratta di un vero e proprio tentativo di stabilizzare il gioco d’azzardo facendo rientrare dalla finestra la Giochi San Marino".
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