Giordano Bruno Reffi. Il ricordo della figlia Marilia a 20 anni dalla sua scomparsa
Uomo politico di grande spessore, cultura e umanità, Reffi fu Segretario di Stato, Commissario alla Corte di Strasburgo e il primo Segretario di Stato a intervenire all'Assemblea delle Nazioni unite.
Si ricorda di lui l’impegno civile in favore della parità di diritti tra donne e uomini e del riconoscimento dei soggetti più deboli che spesso lo portò ad essere l’avvocato degli umili e a mantenersi vicino ai tanti emigrati all’estero.
In una lettera aperta oggi la figlia Marilia Reffi riflette su cosa penserebbe il padre di un "San Marino così assuefatto, nell’assistere allo scempio di termini quali socialismo, solidarietà, indipendenza, libertà, diritto: parole di cui si abusa svuotandole dal loro significato".
Un ricordo anche per il nonno Alberto e i Reffi che si sono posti al servizio di una comunità, ricordando che "fare politica allora era un servizio, un mandato essenziale ricevuto dalla popolazione e vissuto con reale e profonda passione, non certo una professione prestigiosa o remunerativa".
Un pensiero anche sulla San Marino di oggi, presa da una crisi economica e la "presa del potere da parte di disonesti ed opportunisti", soggetta al "dilagare dell’ignoranza e allo scemare del senso civico e di appartenenza".
Marilia nella sua riflessione immagina l'indignazione e la rabbia del padre, così come le sue "critiche amare a chi assiste inerme ed impotente, apparentemente rassegnato al perpetrarsi di eventi che hanno travolto quello che era uno Stato libero, ricco di dignità e autonomia per traghettarlo in un limbo lugubre frutto di furbizia a poco prezzo e della visione miope di un futuro atrofico".
Avverte la necessità di trovare risposte a quello che sta accadendo, di avere la visione del padre su quanto sta accadendo, come quando da bambina gli chiedeva spiegazioni, sapendo di trovare risposta.
"Mi manchi tanto. Manchi tanto a questo Paese" conclude Marilia.