Il caso Marò al Tribunale dell'Aja

Il caso Marò al Tribunale dell'Aja.
Al tribunale arbitrale internazionale dell'Aja la prima udienza sulla richiesta italiana di far rientrare in patria il marò Salvatore Girone tuttora trattenuto in India. La questione è stata trattata anche al summit tra India e Unione Europea a Bruxelles.


L'Italia chiede al Tribunale dell'Aja di autorizzare il rientro in patria del Marò Salvatore Girone per la durata del procedimento arbitrale che potrebbe arrivare anche quattro anni. Sommandoli a quelli già trascorsi, infatti, Girone rischia di dover rimanere in India per sette-otto anni, senza alcun capo d'accusa. Così, l'amabasciatore Azzarello, questa mattina ha motivato la richiesta italiana di fronte al tribunale arbitrale dell'Aja che deve decidere chi ha giurisdizione sull'uccisione dei due pescatori indiani al largo del Kerala, il 15 febbraio 2012. La richiesta riguarda solo Girone perchè l'altro marò, Massimiliano Latorre, si trova già in Italia dall'estate 2014, con un permesso concesso per motivi di salute dalla Corte Suprema indiana.
Nel pomeriggio è stata la volta della parte indiana. Di fronte al Tribunale dell'Aja l'agente del governo di Nuova Dheli ha sostenuto l'inammissibilità della richiesta italiana perchè una analoga è già stata respinta nel 2015 dal tribunale del Mare di Amburgo e da allora nulla è cambiato.
Per domani è prevista una nuova udienza di fronte al Tribunale dell'Aja, intanto nel pomeriggio, il caso Marò è finito dell'agenda del summit di Bruxelles tra Unione Europea e India che punta ad un accordo di libero scambio commerciale.

l.s.

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