L’obiettivo è quello di dare voce alle migliaia di persone costrette ad abbandonare il proprio paese a causa di guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani. Il tema di quest’anno per la Giornata Mondiale del Rifugiato è: “Non solo numeri, ma persone reali con problemi reali”. Il rapporto annuale delle Nazioni Unite parla chiaro e ribalta una percezione ormai consolidata: non sono i Paesi sviluppati, occidentali, ad accogliere i più deboli della terra, bensì i Paesi in via di sviluppo. Nel mondo ci sono 42 milioni di persone in fuga, 16 milioni sono rifugiati e richiedenti asilo e 26 milioni sono sfollati all’interno del proprio Paese. E l’80% dei rifugiati è accolto in Pakistan e Siria, segue l’Iran; mentre il primo paese occidentale ospitante è la Germania che si trova al quarto posto con 582.700 profughi. La maggior parte fugge dall’Iraq e dall’Afghanistan in guerra. L’Italia ne ospita 45 mila. “Ma le porte dell’Europa si stanno chiudendo – fa notare Amnesty International - e i diritti di chi chiede protezione vengono ignorati. I Governi devono cessare di mettere a repentaglio delle vite e piuttosto iniziare a rispettare gli obblighi internazionali a difesa di queste persone vulnerabili”.
Silvia Pelliccioni
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