Dimenticare è come uccidere un'altra volta. Il torto più grande che si possa fare alle migliaia di italiani infoibati dalle milizie di Tito è proprio questo: lasciare che il ricordo sbiadisca fino a scomparire. Ieri, per la prima volta dall'istituzione di questa ricorrenza, nessuna alta carica dello Stato era presente alla Foiba di Basovizza: il luogo simbolo del massacro. Non solo gli anticomunisti vennero trucidati, la vergogna delle foibe non fu altro che la parte più cruda di un disegno metodico di pulizia etnica. 350.000 italiani dell'Istria, di Fiume, della Venezia Giulia e della Dalmazia furono costretti a fuggire dalle proprie case. Dopo 60 anni di buio si era tornati a parlare di tutto ciò, anche a San Marino che aveva istituito questa ricorrenza dopo un apposito Ordine del Giorno. Ma pure sul Titano l'attenzione verso questo tema è progressivamente scemata fino al silenzio totale di ieri. Il segretario di Stato alla Cultura si dice rammaricato. “Forse non eravamo pronti a una ricorrenza di questa natura – afferma Giuseppe Morganti -, ma inizieremo un serio lavoro di ricerca perchè il prossimo anno il Giorno del Ricordo sia celebrato in Repubblica nel modo dovuto”.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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