Lavorare per studiare. Un compromesso per chi non può permettersi l’università. Non è facile fare coincidere le due cose, e soprattutto occorre sapersi organizzare ottimizzando al massimo i tempi di studio. Ma molti non hanno alternative se vogliono laurearsi. Per questo esercito di giovani intraprendenti la parola d’ordine è part-time o stagionale. A dispetto di chi dipinge gli italiani come un popolo di sfaticati figli di papà, da una recente statistica emerge che almeno il 65% degli studenti ha svolto un’attività lavorativa duranti gli anni di università. Di giorno piegati sui libri, di notte camerieri nei pub. E’ questo il mestiere più gettonato, in ristoranti o locali notturni. Poi ci sono i call center, o lavori di promoter in centri commerciali e supermercati. Un 6% preferisce gestire il proprio tempo con maggiore elasticità, facendo volantinaggio, ripetizioni o – nel caso di donne – le babysitter. Gli studenti lavoratori si trovano soprattutto al sud - il 40% - e al centro, 36%. Ogni regione ha una sua professione prediletta. A Milano il cameriere, a Roma spopola il call center, a Napoli il volantinaggio. La maggior parte degli studenti dedica a questi lavoretti fino a 15 ore settimanali. Una curiosità: gli studenti part-time sono, in particolare, gli appartenenti alle facoltà umanistiche.
Monica Fabbri
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